Alcuni post or sono Foglie di Brianza si era già occupata di un tema di particolare attualità: il consumo di suolo. Avevamo parlato con Luca Masotto (www.lucamasotto.it) circa il destino dell'area ex Falck di Arcore (si vedano i rimandi in fondo all'articolo). Sembrava un caso isolato – per lo meno agli occhi dell'opinione pubblica – e invece il tema è ritornato prepotentemente ad occupare intere pagine dei giornali locali in questo inizio di autunno 2010.
Cerchiamo di fare il punto della situazione, individuando i casi più evidenti di consumo di suolo nel territorio della Brianza vimercatese.
Vimercate
Il Comune ha dovuto incassare un secco rifiuto da parte delle Provincia di Monza e Brianza per la proposta di modifica del Parco della Cavallera (parco locale di interesse sovraccomunale) presentata all'interno del PGT (Piano di Governo del territorio). Il Comune avrebbe voluto modificare i confini del Parco per fare posto a insediamenti produttivi per oltre 40.000 m². La Provincia ha motivato il rifiuto asserendo che l'espansione è inaccettabile in quanto l'area in questione – oltre ad essere costituita prevalentemente da superficie boscata e far parte del Parco della Cavallera – rientra nelle categorie vincolate dai Beni Ambientali. A onore di cronaca la rimanente parte di PGT è stata approvata dalla Provincia in quanto ritenuta tecnicamente valida.
Il commento: La Provincia ha esercitato la sua funzione di controllo, tutelando l'integrità del Plis e gli spazi aperti.
Risultato a fine primo tempo: 1 a 0 per la tutela del paesaggio e del territorio, prima regola: “non prendere goal” per citare Nereo Rocco, padre del catenaccio all'italiana.
Arcore
L'Amministrazione comunale è stata investita da una pioggia di critiche contro l'apertura di un nuovo centro commerciale (un outlet di grandi firme) al confine con Villasanta. Al momento la decisione se realizzare la mega struttura (35.000 m² di terreno di cui 26.500 di superficie commerciale) appare in sospeso.
Il commento: le Associazioni per la difesa del territorio hanno fatto la loro parte per evidenziare gli effetti negativi del progetto. Oltre a costituire un danno paesaggistico, la realizzazione di un nuovo centro commerciale andrebbe a indebolire il commercio di vicinato e metterebbe a rischio molti posti di lavoro. Ma gli interessi economici potrebbero favorire l'approvazione del progetto.
Risultato a fine secondo tempo: 1 a 1, nel calcio moderno i soldi contano molto, troppo, la buona volontà delle squadre di provincia non sempre è sufficiente.
Agrate Brianza
Il progetto di riqualificazione del Parco Aldo Moro è stato modificato. Il nuovo progetto prevede un minore consumo di verde e conseguenti minori costi per l'operazione: si scende da 5,6 a 4,5 milioni di euro. La diminuzione dei costi è stata una scelta obbligata in quanto la prima gara era andata deserta dal momento che nessun operatore privato si è voluto sobbarcare i costi del progetto. Quest'ultimo prevede la realizzazione di svariate piscine (anche per bambini), un nuovo parcheggio, un'area skateboard e un'area feste.
Il commento: è proprio necessario intaccare l'integrità del più bel polmone verde cittadino? Non sarebbe più opportuno tutelare un parco così amato e frequentato dai cittadini? Per quale motivo viene consumato altro territorio? Non è possibile fare sorgere altrove un parco sportivo, magari recuperando eventuali aree dismesse? C'è la speranza che i costi – ancora elevati soprattutto nell'attuale congiuntura economica – scoraggino gli investitori.
Risultato a fine terzo tempo: 1 a 1, attenzione a non chiudersi troppo in difesa, occore un cambio di mentalità. Palla lunga e pedalare va bene all'oratorio dove si gioca alla viva il parroco, appunto. Ma il paesaggio è una cosa maledettamente seria, una volta rovinato non torna più. Il suo è un calcio elegante, all'antica. Bello da vedere, lontano dalla fisicità delle partite moderne.
Risultato e commento finali
La tutela del paesaggio riesce a pareggiare contro chi vorrebbe consumare ulteriore territorio brianzolo. Ma è un pareggio in affanno, il paesaggio ha il fiato corto, sa bene di non potersi permettere ulteriori distrazioni. Alla prima disattenzione potrebbe essere infilato in contropiede e, ormai demoralizzato, potrebbe essere sommerso da una goleada. Fino a che finirà il terreno disponibile. È bene sapere, sin d'ora, che le regole del gioco non prevedono tempi supplementari.
È il solito partito del no? Il partito dei disfattisti? Foglie di Brianza non la pensa così, anzi, crede che qualcosa debba essere fatto per favorire la crescita delle attività produttive sul territorio, ma non a scapito del suolo e del paesaggio. Quest'ultimo deve essere tutelato, in quanto rappresenta un valore anche per i meno sensibili alle tematiche ambientali che – magari inconsapevolmente, al riparo dei finestrini oscurati dei loro SUV – si giovano della visione di un filare alberato, di un campo arato, della fioritura della colza e di una distesa ondeggiante di mais. E ne godono, questo è certo, perché altrimenti non si spiegherebbe la presenza di tanti SUV nei parcheggi degli agriturismi di Montevecchia e dintorni.
Costruire sì, quindi, ma costruire meglio, come era emerso dalla chiacchierata con Luca Masotto in questo post.
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