Disegnare il giardino

Diecimila. Qualcuno si è preso la briga di contarle: sono le specie che possono essere utilizzate a fini ornamentali nella fascia climatica alla quale appartiene l'Italia. Senza considerare le infinite varietà ornamentali frutto della selezione di botanici e appassionati.
Davanti a tante possibilità di scelta è spesso difficile decidere cosa mettere a dimora. Da qui l'importanza di rivolgersi a un progettista del verde. Torniamo a incontrare Luca Masotto (www.lucamasotto.it), dottore agronomo che si occupa di progettazione del verde a Monza,  Milano e dintorni.
Foglie di Brianza: Quali sono i principali aspetti da considerare per la buona riuscita di una sistemazione a verde?
Luca Masotto: Non mi stancherò mai di dire ai miei Clienti che la variabile fondamentale è l'adattabilità climatica e agronomica di una specie al luogo. Talvolta accade che una persona si innamori di una pianta che ha visto su una rivista o in una mostra mercato e la voglia a tutti i costi nel proprio giardino. Guai a non verificare prima se è adatta ai nostri climi e ai nostri terreni! Rischiamo di sprecare i nostri soldi e di avere un risultato estetico decisamente negativo.
FdB: Superata questa prima selezione, come si procede al disegno del giardino?
LM: Occorre dapprima capire l'effetto che si vuole ottenere - disegno formale, informale, dal sapore neoclassico, giocoso o dal richiamo rurale - e quindi iniziare a determinare la cosiddetta vegetazione strutturale, ovvero le piante arboree e arbustive che costituiranno la spina dorsale del giardino. Tutto ciò considerando vedute, aperture (porte e finestre), eventuali impianti a rete esistenti, percorsi, vincoli rispetto a soggetti terzi (ad esempio, le distanze legali dal confine). In seconda battuta, si dovrà scegliere la vegetazione di arredo o complementare, costituita da piccoli arbusti o specie erbacee perenni.
FdB: Sembra facile, ma come si può evitare il rischio di un "effetto accozzaglia"?
LM: In effetti è vero: inserire diverse specie all'interno di un giardino o di una aiuola può suscitare un senso di confusione. Per evitarlo occorre scegliere specie dalle caratteristiche morfologiche complementari; si deve giocare sui colori dei fiori e degli eventuali frutti, ma anche sulle caratteristiche del fogliame, un aspetto troppo spesso trascurato. Inoltre, è molto importante utilizzare le piante erbacee in piccoli gruppi. Si tratta, ovviamente, di indicazioni generiche, da adattare al singolo caso in quanto ogni giardino presenta una propria specificità.
FdB: E se l'ossatura del giardino è già impostata? Si può intervenire in corsa o è necessario ripartire da zero dopo aver fatto "tabula rasa"?
LM: Naturalmente, è possibile integrare l'esistente con delle specie in grado di modificare radicalmente la percezione del giardino o dell'aiuola. Guardate la fotografia: una aiuola era caratterizzata da una palma, poche primule e dell'erica. Sono intervenuto inserendo un paio di varietà di emerocallidi, alcuni iris, diverse cultivar di tulipani, un po' di anemoni ibridi e dei lilium. Con un piccolo investimento il giardino ha guadagnato molto in termini ornamentali, anche se osservato all'inizio della primavera, quando non vi sono ancora piante fiorite. A questo proposito, ho scelto specie/varietà capaci di regalare fioriture nel corso di buona parte dell'anno: un bel sollievo per il proprietario che in precedenza era costretto a cambiare piante ogni 3-4 mesi per avere fioriture continue.

Per saperne di più: Luca Masotto, Concorezzo (Monza e Brianza), mob. 333.4603805, www.lucamasotto.it, email studio@lucamasotto.it.

Una bordura mista giocata con fogliami diversi è interessante anche all'inizio della primavera, quando non sono ancora presenti fioriture.


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