Foglie di Brianza ha citato molte volte Villa Borromeo d'Adda di Arcore in quanto le sue scuderie ospitano svariati appuntamenti culturali di interesse.
Probabilmente è arrivato il momento di spendere due parole in più sul meraviglioso Parco.
Si tratta di un Parco all'inglese la cui costruzione iniziò nel 1836 quando Giovanni d'Adda diede incarico a Giuseppe Balzaretto, un architetto di origine pavese che lavorò, tra l'altro, al progetto architettonico di Palazzo Poldi Pezzoli a Milano.
Balzaretto fece movimentare qualcosa come 160mila metri cubi di terreno, una quantità enorme che oggi, se effettuata a mano, costerebbe oltre 9 milioni di euro. Mise inoltre a dimora numerose specie vegetali quali roveri, tigli, castagni, faggi e cedri. Le fatiche ebbero termine nel 1845.
Nel 1880 Emilio Alemagna - architetto discepolo del Balzaretto - ampliò il Parco su incarico di Emanuele d'Adda e lo portò da 5 a 30 ettari (pari a oltre 37 campi da calcio regolamentari).
L'Alemagna si preoccupò, inoltre, di ammodernare e ampliare le Scuderie necessarie per accogliere i cavalli dei numerosi ospiti del Marchese d'Adda (era l'epoca in cui i Umberto I e la regina Margherita spendevano molti mesi all'anno nella Villa Reale di Monza). Le stesse scuderie che oggi ospitano tante mostre di successo.
Probabilmente è arrivato il momento di spendere due parole in più sul meraviglioso Parco.
Si tratta di un Parco all'inglese la cui costruzione iniziò nel 1836 quando Giovanni d'Adda diede incarico a Giuseppe Balzaretto, un architetto di origine pavese che lavorò, tra l'altro, al progetto architettonico di Palazzo Poldi Pezzoli a Milano.
Balzaretto fece movimentare qualcosa come 160mila metri cubi di terreno, una quantità enorme che oggi, se effettuata a mano, costerebbe oltre 9 milioni di euro. Mise inoltre a dimora numerose specie vegetali quali roveri, tigli, castagni, faggi e cedri. Le fatiche ebbero termine nel 1845.
Nel 1880 Emilio Alemagna - architetto discepolo del Balzaretto - ampliò il Parco su incarico di Emanuele d'Adda e lo portò da 5 a 30 ettari (pari a oltre 37 campi da calcio regolamentari).
L'Alemagna si preoccupò, inoltre, di ammodernare e ampliare le Scuderie necessarie per accogliere i cavalli dei numerosi ospiti del Marchese d'Adda (era l'epoca in cui i Umberto I e la regina Margherita spendevano molti mesi all'anno nella Villa Reale di Monza). Le stesse scuderie che oggi ospitano tante mostre di successo.
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