Foglie di Brianza: Chi è questo insetto e quale pericolo costituisce?
Andrea Marin: Anoplophora è un coleottero proveniente dalla Cina introdotto in Italia ormai quasi 10 anni fa. È parente dei tarli presenti nei nostri boschi (come il Monochamus) ma è tremendamente più vorace. Attualmente in Italia sono state rinvenute due specie A. chinensis e A. glabripennis.
L’adulto depone le uova in diversi punti dell’albero a seconda della specie a cui appartiene, A. chienensis depone per esempio sulle radici affioranti, al colletto e nei primi cm di tronco. La larva che nasce durante il suo sviluppo si nutre dei tessuti dell’albero scavando gallerie nel floema e nel primo xilema che indeboliscono di fatto l’albero. Si consideri che un adulto depone fino a 70 uova.
FdB: Attacca tutte le specie vegetali?
AM: No, ma purtroppo attacca buona parte delle specie ornamentali diffuse nei nostri parchi e giardini. In particolare attacca gli Aceri, il Carpino bianco, il Faggio, il Nocciolo, la Betulla, il Platano, il Salice e la Lagerstroemia. Ancora colpisce Ippocastano, il genere Citrus, il Cotoneaster, gli Olmi, i generi Malus, Pyrus e Prunus. L'elenco di latifoglie sensibili è lunghissimo; le conifere invece non sono suscettibili all’infestazione, così come “si salvano” Liquidambar, Querce, Tigli, Liriodendri o Magnolie.
Fdb: quali sono i principali segnali della presenza dell’insetto?
AM: Banalmente il vederlo sui nostri alberi, tra giugno e agosto, caratteristico per la maculatura bianca sul corpo nero-bluastro e le lunghissime antenne. La presenza di Anoplophora chinensis è indicata poi dai fori di uscita dell’insetto adulto, perfettamente circolari e con un diametro di quasi 2 cm. Ancora sono spesso visibili cospicui accumuli di una sorta di segatura lungo le radici affioranti e alla base delle piante.
FdB: Dove si sta diffondendo?
AM: La diffusione dell’insetto è monitorata dal Servizio Fitosanitario Regionale che definisce l’area infestata e la zona buffer. Finora la diffusione di Anoplophora riguarda Milano (zona Ovest), una lunga fascia che va da Garbagnate a Inveruno e qualche comune del basso varesotto come Gallarate. Un altro focolaio è in provincia di Brescia.
FdB: Com'è possibile arginare la sua diffusione? I privati possono fare qualcosa per contrastarlo?
AM: I privati devono provvedere a informare il Servizio fitosanitario in caso di eventuali ritrovamenti dell’insetto o dei sintomi a questo indirizzo tarloasiatico@regione.lombardia.it. L’unica forma di contrasto è, purtroppo, l’individuazione e rimozione delle piante colpite. Toronto, che ha subito una infestazione violenta ma contrastata efficacemente, ha già abbattuto più di 12mila alberi. È quindi indispensabile agire con responsabilità e tempestività.