Fiori e frutti, un'etichetta che qui a Foglie di Brianza non usavamo da un po' di tempo. Un po' troppo, forse. E allora ecco l'occasione per parlare di una pianta tipica della pianura padana. Tanto tipica che pochi la conoscono davvero: il carpino bianco (Carpinus betulus).
Si tratta di una specie che da nella selvicoltura nostrana è tradizionalmente associata alla più imponente e suggestiva quercia, ma non per questo deve essere relegata a un ruolo subalterno. Anzi, a differenza della quercia, il carpino bianco si può utilizzare anche in piccoli spazi e può essere messa a dimora nei giardini privati.
Esiste la varietà C. betulus 'Pyramidalis' ad accrescimento fastigiato, ma Foglie di Brianza suggerisce l'uso della specie, molto adatta anche per formare siepi sicuramente più interessanti di quelle realizzate con sempreverdi come il lauroceraso o la Photinia. Il carpino, infatti, mantiene sui rami le foglie disseccate le quali dialogano con la luce solare, regalando piacevoli scale cromatiche in particolare al tramonto, quando i raggi del sole sono radenti.
Chi volesse saperne di più e scoprire alcune curiosità sul carpino può scaricare la scheda preparata da Luca Masotto, dottore agronomo di Concorezzo (Monza): è sufficiente cliccare
qui.
Foglie di Brianza raccomanda di non mettere a dimora il carpino nelle zone colpite dal tarlo asiatico (ne avevamo parlato in questo post).